Spesso sentiamo parlare dei materiali ignifughi e delle loro proprietà. Come l’etimologia del nome suggerisce, trattasi di materiali in grado di non reagire o reagire limitatamente al fuoco. Infatti il termine in questione deriva dal latino: ignis sta per fuoco e fugio sta per fuggire, ma anche, interpretato transitivamente, mettere in fuga, respingere. Vediamo assieme tali materiali, il modo in cui vengono classificati ai sensi di legge e dove possiamo trovarli nel mercato di tutti i giorni.
Un materiale ignifugo è, come detto, un materiale in grado di non reagire al fuoco oppure di farlo con estrema lentezza, impedendo quindi la nascita di un incendio o arginandone fortemente l’espansione.
Questa proprietà è innata nei materiali. Ne esistono infatti alcuni che ardono con estrema facilità e altri decisamente restii alla combustione. Vediamo come queste caratteristiche vengono valutate e classificate dalle normative.
La normativa europea che tratta l’argomento è la UNI EN 1350-1 e illustra la classificazione dei materiali e dei prodotti da costruzione in funzione della loro reazione al fuoco, intesa come la partecipazione al fuoco che il materiale in questione manifesta se messo a contatto con esso. Le tre categorie normate sono:
I prodotti da costruzione sono inseriti nelle Euroclassi A1, A2, B, C, D, E ed F. Le prime due sono incombustibili, mentre le altre sono combustibili in modo crescente dalla B alla F. Alcuni esempi celebri contenuti nelle categorie A1 e A2 sono:
Per quanto riguarda il panorama normativo italiano, abbiamo in vigore la UNI CEI EN ISO 13943/2004. Essa valuta il grado di partecipazione al fuoco di numerosi materiali quali per esempio:
In questa norma il comportamento al fuoco viene valutato sotto molteplici punti di vista per poi sintetizzare un quadro complessivo strutturato:
Il decreto del ministero dell’interno risalente al 26 giugno del 1984 illustra la regolamentazione della reazione al fuoco dei materiali. Esso stabilisce 6 classi:
In queste aumenta la partecipazione alla combustione del materiale al crescere della cifra. Tutti i materiali utilizzati in edilizia e che di fatto sono incombustibili – come il calcestruzzo, la lana di roccia, il cartongesso – rientrano in classe 0.
I materiali che si inseriscono in classe 1, 2 e a seguire fino alla 5 partecipano al fuoco in modo crescente con la loro classe di appartenenza.
Esistono alcuni prodotti che sono al contempo ignifughi e isolanti da un punto di vista termico. I due esempi principali che possiamo riportare sono i seguenti:
Questi sono esempi celebri che più spesso vengono conosciuti come isolanti termici in primis. Infatti esistono pannelli rigidi da porre sulle coperture o rotoli flessibili da stendere sul sottotetto al fine di garantire protezione dal freddo invernale e dal calore estivo.
Ma possiedono anche un comportamento fortemente ignifugo tanto è vero che un utilizzo ideale di tali prodotti è quello di avvolgere le canne fumarie esterne per un doppio fine. Isolano la canna fumaria termicamente, e quindi il fumo che la percorre internamente in risalita non si raffredda completando agevolmente la sua ascesa. E abbattono il rischio di incidenti quali incendi e scottature.
In questo caso ricordiamo che sia la lana di roccia sia la lana di vetro sono prodotti di origine naturale: pertanto se siete alla ricerca di soluzioni edilizie sostenibili possono fare al caso vostro.
Terminiamo parlando sempre di lana di roccia e lana di vetro, suggerendovele anche per la loro convenienza economica. Fra le due, la seconda è ancora più conveniente. Basti pensare che potete acquistare presso un rivenditore edile rotoli di lana di vetro da 8-12 cm di spessore per un prezzo di circa 4.00-7.00 euro a metro quadrato!