I balconi e le terrazze sono parti fondamentali delle nostre abitazioni. Tali spazi sono di natura ambigua e per questo affascinante. Il nostro salotto è perfetto per rilassarci e camera nostra è l’ideale per studiare, dormire, leggere un libro distesi sul letto.
Tutti questi sono spazi di privacy. Il mondo è fuori e noi siamo da soli al loro interno. Nel caso del balcone, invece, casa nostra e il mondo esterno si incontrano. Noi possiamo osservare chi cammina in strada, come chi cammina in strada può osservare noi. Tuttavia, siamo sempre in casa nostra e continuiamo a sentirci protetti. Queste strutture sono però esposte alle intemperie costanti della natura e in particolar modo alla pioggia. L’acqua, col passare del tempo, bagnando continuativamente la soletta in calcestruzzo armato del balcone, giunge a deteriorarla significativamente. Vediamo quindi assieme il ruolo del gocciolatoio balcone, col quale possiamo smaltire l’acqua piovana minimizzando i danni e gli inestetismi che essa provocherebbe.
Abbiamo già toccato l’argomento del gocciolatoio balcone parlando del coprimuro in cotto, oggi vediamolo con specificità.
Qual è e come avviene il funzionamento tecnologico del gocciolatoio?
Partiamo col pensiero che, di fatto, l’acqua tende sempre verso il basso per gravità. Al contempo, però, essa a contatto con materiali lapidei e non solo, subisce un fenomeno cosiddetto di capillarità. Vale a dire che addirittura è in grado di risalire i materiali infiltrandosi dal basso verso l’alto.
Questo avviene nel caso dell’umidità di risalita e abbiamo visto “Come eliminare l’umidità di risalita: rimedi, costi e soluzioni” affrontando anche il tema della deumidificazione elettrofisica. Bene, questo spiega già l’origine del problema. Quando piove, l’acqua si accumula sulla superficie del balcone e tende a sgrondare verso l’esterno seguendo la pendenza del pavimento.
Nonostante ciò, giunta allo spigolo esterno, cola lungo lo spessore della soletta e indugia su di esso, lungo lo spigolo inferiore e addirittura percorre la strada già fatta al contrario, rimanendo appesa alla superficie inferiore dello sbalzo. Da qui, per capillarità tende a risalire nella struttura.
Ecco spiegati i problemi tipici dei terrazzi:
Come fermare tutto ciò?
Con il gocciolatoio balcone! Un dispositivo geniale nella semplicità della sua idea progettuale. Banalmente un supporto posto sullo spessore dello sbalzo e dotato di un forma per cui, al suo intradosso, vi è una scanalatura. Quando la goccia d’acqua la raggiunge, per poter continuare all’intradosso della soletta dovrebbe muoversi verso l’alto come un ragno su una parete. Questo di certo non è possibile e quindi casca verso il basso. Ciò preserva il terrazzo e peraltro costituisce anche occasione di design. Esistono molti tipologie di dispositivo con forme e materiali diversi e quindi impatto diverso.
Una classica proposta è offerta dalla piastrelle stesse. L’ultima fila di queste, posizionata sporgente rispetto allo spigolo esterno, è talvolta un pezzo speciale appositamente realizzato. I materiali sono molteplici:
Molto usati anche per la loro economia sono i prodotti in plastica. Spesso questi sono profili sottili che vanno posizionati al di sotto della pavimentazione stessa. Versatili e leggeri, la loro unica criticità può essere la difficoltà a reggere gli urti. Inoltre, se il prodotto non è di ottima qualità, a lungo andare risente dell’alternanza stagionale caldo freddo. La materia si indurisce e tende a infrangersi e spezzarsi.
Le resine sono soluzioni più innovative e molto efficienti. Gestiscono molto meglio caldo e freddo e si deteriorano pochissimo nel tempo.
Alcuni dispositivi sono invece come scossaline di fatto. Lamiere metalliche piegate ad hoc e poste in opera. Queste possono essere una soluzione vincente. Principalmente in rame e alluminio, ma talvolta anche in acciaio inox. Il rame è un materiale che fa parte della storia del costruito italiano. Esso reagisce a contatto con l’atmosfera. Appena prodotto e posto in opera è di un colore marrone-arancione estremamente lucente. Poi in breve crea un film di ossido che lo imbrunisce, conferendogli un carattere più antico e sobrio. Questa pellicola è la stessa che lo difenderà per moltissimi anni e quindi vi consigliamo di valutare questa scelta.
Tutte queste lamiere, inoltre, possono essere disposte con uno sbalzo maggiore o minore, e avere un’altezza considerevole oppure essere molto basse. Questi fattori vi concederanno di giocare bene anche ai fini progettuali ed estetici della facciata.