Spesso si sente parlare di trattamenti, vernici e finiture per il legno. In particolar modo questo accade tra persone appassionate di fai da te, bricolage e di lavorazioni in legno in generale. Ma non è necessario essere appassionati hobbisti, sarà sufficiente mettere mano alle persiane di casa nostra per risistemarle e trovarsi nel problema di non sapere se usare il flatting o qualche altro prodotto. Scopriamo insieme l’argomento.
Quali differenze ci sono fra prodotti che portano nomi diversi e che, una volta stesi, paiono così simili fra loro agli occhi di noi persone comuni che non svolgiamo la professione di falegname?
Cerchiamo di offrire delle specifiche al riguardo.
Una volta steso, il flatting crea una pellicola molto sottile, detta film. Il flatting si diluisce sinteticamente e per questo motivo, essendo mescolato con solventi chimici, ha un odore importante in fase di applicazione e non è adeguato per usi domestici. Nel tempo, per esempio, la vernice flatting è sempre stata scelta come finitura per persiane esterne e altri oggetti in legno di arredo del giardino e simili. Tuttavia, la caratteristica del flatting è che dopo un certo periodo di utilizzo presenta un fenomeno di degrado per cui il film protettivo tende a pellicolare, ovvero a distaccarsi dal supporto. Questo accade anche per il fatto che il funzionamento stesso della finitura in questione è quello descritto all’inizio, ovvero che si conforma in fase di essiccazione come pellicola superficiale e non entra nei pori.
Impregnante: l’impregnante è una finitura trasparente a base solvente o base acqua. Impregnante o flatting? Rispetto al flatting si distingue perché entra nei pori in profondità sigillandoli e quindi il suo funzionamento non è di tipo pellicolare. Nei mobili e in generale negli oggetti antichi in legno non si usa servirsi di impregnante proprio per questo motivo. Infatti, se il flatting si degrada, abbandonando il supporto, nel caso dell’impregnante i pori del legno mantengono sempre traccia del prodotto al loro interno. Quindi, se intendete trattare arredi antichi è meglio evitare eventualmente l’utilizzo di impregnante perché difficilmente potete riportare il supporto alla sua condizione originale.
Le tapparelle elettriche classiche sono accompagnate da un interruttore posto a fianco la finestra col quale procedere alle operazioni di apertura e chiusura. Nel caso si proceda all’installazione di motori per l’automazione delle tapparelle è possibile anche servirsi di un telecomando per manovrare a distanza il tutto. Seduti per esempio dal divano in salotto, oppure stesi sul letto prima di addormentarsi, con un telecomando ci è possibile disporre delle tapparelle presenti per tutta casa.
L’unico requisito tecnico nel caso in cui vogliamo motorizzare la tapparella è quello di acquistare e montare rulli appositi che abbiano integrata l’elettronica per interfacciarsi al telecomando. In questo modo, peraltro, faremo a meno di cavi elettrici di ogni sorta.
Il dubbio che in modo naturale sorge in merito alle tapparelle elettriche è: “Cosa succede se avviene un blackout di elettricità?”
In tal caso non resteremo con le tapparelle bloccate poiché possiamo servirci del dispositivo di manovra di soccorso, che ci consente di manovrarle manualmente a nostro bisogno. Quindi, per queste rare occasioni di disagio, siamo comunque in grado mantenere la fruibilità dei nostri sistemi oscuranti.
Quindi, concludiamo con la domanda ultima che sempre ci poniamo prima di procedere all’acquisto e all’installazione di qualunque prodotto o servizio per casa nostra.
In generale, questa particolare vernice è trasparente. Il prodotto può avere una resa finale lucida oppure opaca. Inoltre, si può optare per il flatting colorato in modo da assicurare al supporto già la tonalità che più sentiamo nostra.
Come abbiamo detto nella descrizione tecnica del materiale, il flatting è a base solvente. Questi sono prodotti del tipo acqua ragia o diluente nitro.
Tuttavia, sono stati sviluppati nel tempo anche altri articoli che possono presentarsi con diverse soluzioni, questo è il caso del flatting all’acqua.
Come intuito, il processo di preparazione del prodotto fa la differenza perché i solventi hanno un odore molto forte e quindi sono sconsigliati negli ambienti domestici. Inoltre non si tratta di una scelta propriamente green. Con un flatting a base acqua è quindi possibile coprire una gamma di interventi molto più ampia.
Infine, qualche prezzo per l’acquisto del materiale. Esistono vari formati, ognuno dei quali contiene quantità diverse di prodotto al suo interno. Quindi intanto facciamo riferimento ad un formato standard che va per la maggiore, in particolar modo nel fai da te, ovvero il barattolo da 0.75 litri. Ebbene, si possono acquistare prodotti di aziende più di bricolage e altri invece per uso più professionale. I prezzi si attestano su un range che va dai 5-8 euro ai 15-20 euro a barattolo.