Cappotto esterno: procedura, materiali e costi

04/12/18

Per buona parte della nostra storia, la produzione industriale e il settore edilizio non hanno tenuto conto dell’impatto che l’azione umana ha sull’ambiente. Ma, a seguito degli effetti riscontrati nel tempo, si è scelto di procedere secondo processi produttivi e stili di vita che fossero più green possibili. Nel 2009, con la direttiva 2009/29/CE, l’Unione Europea ha varato un piano che prevede un obiettivo triplice per la soglia temporale del 2020: abbattimento del 20% dell’emissione di gas serra, alzare del 20% la quota di energia prodotta con rinnovabili, garantire un incremento di risparmio energetico pari al 20%.
Una strategia fondamentale in questo piano d’azione è sicuramente abbattere i costi energetici derivanti dall’esercizio della vita domestica: luce e gas per le utenze di casa. Il cappotto esterno è stata una strategia che sempre più ha preso piede nelle ristrutturazioni edilizie perché lavora nella direzione esposta e, inoltre, ci permette di risparmiare considerevolmente sulle bollette.

Cappotto esterno ed il suo funzionamento

In un’altra occasione abbiamo avuto modo di parlare di come “Migliorare l’isolamento termico: le regole base per un lavoro a regola d’arte”.

Invece oggi spieghiamo con precisione il funzionamento del cappotto esterno.

Cos’è il cappotto esterno? Esso è detto talvolta anche termo-cappotto o cappotto termico. Come funziona? Sappiamo che buona parte delle abitazioni spesso non hanno un buon isolamento termico. Ciò significa che esse sono sottoposte all’insistenza della calura estiva e alle sferzate del freddo.

Purtroppo questo deriva da una cattiva progettazione del sistema edificio, prima di tutto nella gestione delle pareti esterne. La trasmittanza U, che si esprime in W/mqK, è il valore che comunica la predisposizione di un elemento edilizio ad essere attraversato dal flusso di calore, inteso come pacchetto o sistema tecnologico di chiusura. Quindi si parla normalmente di trasmittanza per:

  • Un solaio di copertura
  • Una parete esterna o verso ambienti non riscaldati
  • Una finestra
  • Una porta esterna

Nella maggior parte dei casi, l’esterno dei nostri edifici presenta valori di trasmittanza molto alti. Oltre a ciò è caratterizzato da bassa inerzia termica, ovvero ha scarsa capacità di ritardare l’attraversamento dell’onda termica.

Questa criticità si fa sentire soprattutto in estate, quando il calore giunge all’interno dell’abitazione già alle 4 o alle 5 pomeridiane e la temperatura si fa insostenibile. Una parete dotata di buona inerzia termica è in grado di ritardare il passaggio dell’onda termica fino alle 21, 22 o 23, momento in cui la temperatura si è abbassata e si può affrontare meglio il caldo.

Il cappotto termico serve e risolvere le problematiche sopra esposte.
Di fatto, esso consiste nell’applicazione sulla facciata esterna della parete di uno spessore di materiale isolante. Questo viene disposto in pannelli incollati e ancorati meccanicamente alla parete e poi viene rasato superficialmente come se fosse una qualunque parete da portare a finitura.

I passaggi previsti per installare il cappotto termico sono:

  • Montaggio di un sistema di ponteggi tutto attorno alle facciate dell’edificio;
  • Pulizia delle facciate per garantire la solidità del supporto;
  • Applicazione dei pannelli in materiale isolante tramite l’utilizzo di collante e fissaggi meccanici;
  • Applicazione di rasante finiturale con eventuale utilizzo di reti sottili per scongiurare il fenomeno delle fessurazione in prossimità dei giunti fra pannelli;
  • Eventuale tinteggiatura finale.

Lo spessore del cappotto termico può essere variabile, ma ha senso procedere a realizzarlo se non si scende sotto gli 8 cm, meglio ancora 10 o 12 cm. In questo modo la sua presenza si fa sentire in modo sostanzioso.
A seguito della sua applicazione, la trasmittanza delle pareti esterne risulterà molto ridotta, con conseguente beneficio termico ed energetico dell’abitazione.

cappotto esterno

Cappotto esterno materiali: lana di roccia, sughero e altri

Quali materiali impiegare per la realizzazione di un termo cappotto?
In generale, i materiali per il cappotto esterno presenti sul mercato sono numerosi, dividendosi fra naturali e sintetici:

  • Polistireni
  • Poliuretanici
  • Lana di roccia
  • Lana di vetro
  • Sughero
  • Fibra di legno

Con differenze contenute, tutti si caratterizzano per valori di isolamento alti e quindi uno strato di 10 cm di questi materiali ha trasmittanza davvero molto contenuta, andando ad abbattere la trasmittanza del pacchetto complessivo.
Ma, ciò che invece cambia sensibilmente, è l’aspetto dell’inerzia termica.

Infatti, alcuni dei materiali sopra citati sono caratterizzati da valori maggiori e altri da valori minori. Per esempio un isolante poliuretanico presenta capacità isolante elevatissima, ma scarsa inerzia. Per le nostre latitudini, in modo da difenderci dal caldo estivo oltre che dal freddo invernale, è però una caratteristica importante. Quindi, possono fare al caso nostro materiali come il sughero o la lana di roccia ad alta densità.

cappotto esterno

Cappotto esterno CILA o SCIA: quale titolo abilitativo è richiesto?

Un argomento importante nella realizzazione di un termo cappotto è la fase di progettazione. Spesso si chiede quale tipologia di titolo abilitativo sia necessario ottenere per procedere allo svolgimento dei lavori.
Ai sensi del DPR 380 del 2001, Testo Unico sull’attività edilizia che regolamenta questi aspetti, siamo in presenza di opere di manutenzione straordinaria per le quali è necessario richiedere un permesso comunale. Peraltro, trattasi di lavori da svolgere in quota e quindi abbiamo bisogno anche di predisporre il materiale per l’installazione del ponteggio.
Il titolo richiesto è la CILA, ovvero Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata anziché la SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività).

Cappotto esterno: procedura, materiali e costi

Il costo del cappotto esterno al metro quadrato

Terminiamo con uno sguardo al versante economico.
Il costo per la realizzazione di un termocappotto può variare notevolmente soprattutto per via del materiale impiegato. Infatti, un prodotto poliuretanico ha un prezzo inferiore rispetto ad un sughero. Ciò detto, possiamo dire che la fornitura dei ponteggi si aggira sui 10-18 euro a metro quadrato e la posa in opera del cappotto può andare dai 15 ai 45 euro a metro quadrato in funzione del materiale. Quindi, ricadiamo in un range che va dai 30 ai 70 euro a metro quadrato + IVA.

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