Umidità in casa: quanta ce ne vuole e come gestirla

26/11/18

Oggi affrontiamo il tema dell’umidità in casa. Che cos’è e come si misura? Qual è il valore ottimale a cui aspirare per una condizione di salubrità degli ambienti? Nel caso di umidità insufficiente cosa ci può accadere e come porvi rimedio? E viceversa, se l’umidità degli ambienti domestici è eccessiva quali sintomi percepiremo e come fare per gestirla al meglio? Scopriamo insieme quello che c’è da sapere per vivere secondo la più alta qualità possibile la nostra vita quotidiana.

Umidità in casa e salute

Prima di approfondire la tematica dell’umidità in casa, avete mai fatto caso a frasi del tipo: “Non è tanto il freddo il problema di questi giorni, è che c’è un umido insopportabile!”?

Non è solo una frase che possono dire le nostre nonne o le nostre mamme! È in effetti la verità. Vale a dire che la temperatura da sola non è un indicatore sufficiente a chiarire se le condizioni climatiche e ambientali in cui viviamo sono buone o cattive. A questa, infatti, va affiancata l’umidità e i suoi valori. Perché, di fatto, a tassi di umidità diversi gli effetti della temperatura sulla nostra percezione fisica cambiano consistentemente. Questo accade negli ambienti esterni e altrettanto avviene in quelli interni.

Cerchiamo quindi di capire cos’è l’umidità, come si misura e i suoi effetti.

Normalmente si parla di umidità relativa UR, ovvero la percentuale di vapore acqueo presente in una massa di un metro cubo di aria, rispetto al totale del vapore acqueo contenibile in quella medesima massa.

L’umidità assoluta UA è invece la quantità totale in grammi di vapore acqueo rispetto ad un metro cubo di aria. Attenzione quindi: talvolta è presente in assoluto in un metro cubo d’aria una quantità minore di vapore acqueo rispetto ad altre situazioni, ma ciononostante l’umidità relativa è maggiore. Questo perché a seconda del clima e della temperatura presenti nell’aria possono essere contenute maggiori o minori quantità di vapore acqueo in termini assoluti rispetto alla stessa massa d’aria.

Di fatto, qualunque sia la condizione atmosferica in cui ci troviamo, superata una certa quantità di vapore questo non è più contenibile da parte dell’aria sotto forma di soluzione gassosa e pertanto condensa sotto forma di gocce d’acqua. Il fenomeno della nebbia è in questo senso meglio comprensibile. La fisica vuole che masse d’aria con temperatura più alta riescano a contenere in termini assoluti più grammi di vapore acqueo. Mentre a temperature minori il vapore acqueo contenibile è minore. Quindi, in estate l’umidità assoluta è maggiore ma può essere minore quella relativa, per esempio.

Viceversa, in inverno, quella relativa è maggiore raggiungendo anche il 100% ma, essendo raggiunto il punto di condensa prima, l’umidità assoluta è minore.
Ma cosa implica tutto questo? Quando l’umidità è molto contenuta siamo portati ad accusare meno la gravità delle temperatura ambientale, sia nel caldo sia nel freddo. Quando invece l’umidità relativa è molto alta, allora il freddo e il caldo percepito sono più forti.

umidità in casa

Umidità e temperatura ottimali in casa

In casa nostra, avremmo bisogno di tassi di umidità equilibrati che si aggirano intorno al 60 per cento circa e non di più. Ma nemmeno sotto il 40%, pena soffrire un senso di secchezza delle fauci, narici molto asciutte e indolenzite, stimolo a tossire e gola arrossata.

In verità, anche se non dappertutto, in Italia è più facile che i disagi derivino dall’eccesso di umidità. O quantomeno, se l’ambiente è troppo secco, si può risolvere con delle piante domestiche da innaffiare spesso o soluzioni affini.
Se, invece, il problema è l’eccesso di umidità allora la soluzione è più difficile. Quello che ne consegue è una maggiore propensione ad ammalarsi, indolenzimento alle ossa e alle giunture, mal di gola frequenti.

Inoltre, l’umidità in casa molto pronunciata può portare alla formazione di muffe e al distacco di tinta, finiture e intonaci. A questo riguardo, se vi trovate il problema della muffa da dover gestire, vi consigliamo di leggere “Come togliere la muffa: ricette e tecniche fai da te”

rivestimenti esterni

Eccesso di umidità negli ambienti domestici: cosa fare?

Infine: cosa dobbiamo fare se abbiamo troppa umidità in casa?

Le soluzioni sono molteplici anche in relazione al tipo di umidità.
Tuttavia dobbiamo accettare che una certa percentuale di umidità non potrà mai essere eliminata.

Infatti, c’è una parte di umidità che talvolta permane nell’atmosfera e talvolta risale per esempio dalle fondazioni. È sensato comprendere che non siamo in grado di cambiare e mutare certe condizioni proprie dell’ambiente e dell’edificio in cui viviamo, però possiamo gestirle al meglio.

Umidità in casa: quanta ce ne vuole e come gestirla

Le soluzioni più indicate sono elencate di seguito:

In generale è buona prassi arieggiare gli ambienti interni perché rimanendo chiusi subiscono sempre un incremento di umidità. Pertanto, concordemente al clima, ricambi d’aria periodici addomesticano di molto il problema.

  • Nel caso di umidità di risalita dalle murature e dal piano di calpestio, in particolar modo quindi nel caso di ambienti posti nei piani interrati, seminterrati o piani terra, è necessario procedere alla realizzazione di solai ventilati e intonaci deumidificanti. In questo modo è possibile tagliare fuori tutta l’umidità possibile sollevandoci da terra e quindi separandoci fisicamente dal terreno sottostante. Inoltre laddove questo non è possibile, ovvero nel caso delle pareti che necessariamente poggiano sul terreno, con l’intonaco antiumido possiamo gestire la situazione nel miglior modo rilasciando lentamente l’umidità nell’aria.
  • Utilizzare un deumidificatore. Ormai fanno ampiamente parte del commercio comune. Potete trovarne da qualunque rivenditore di prodotti elettronici e hanno un’efficacia consolidata.
  • Altre soluzioni interessanti prevedono tecnologie più avanzate tipo l’invertitore di polarità, che genera un campo elettromagnetico in grado di mantenere più in basso il livello dell’umidità di risalita. È ormai una tecnica di validità testata e risulta impiegata anche in molti casi celebri come chiese, cattedrali e musei italiani.

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