Ci sono termini nuovi che col tempo prendono piede sempre più e li sentiamo ripetere con disinvoltura soprattutto dagli addetti ai lavori. Spesso fanno parte di aree di competenza tecnica e quindi non è semplice capire bene di cosa si tratti e non sappiamo a chi chiedere, trattandosi di argomenti nuovi e in evoluzione. È il caso della schiuma poliuretanica, che sta guadagnando una fetta di mercato sempre più consistente.
Abbiamo parlato pure in passato di questo argomento, anche se indirettamente. Infatti, descrivendo la “Termocopertura: prezzi al metro quadro e tutti i suoi benefici”, abbiamo spiegato come realizzare un isolamento termico del tetto proprio grazie al poliuretano. Di questo materiali infatti sono costituiti alcuni pannelli isolanti preposti allo scopo.
Stiamo parlando, in generale, di ciò che in chimica viene definito un polimero. Ovvero, una macromolecola composta da più gruppi molecolari legati fra loro. Questo polimero permette la realizzazione di una quantità incredibile di prodotti:
In edilizia, tuttavia, gli usi fatti sono molteplici e non ci si limita ai pannelli per termocappotti.
La schiuma poliuretanica, nella fattispecie, costituisce un esempio eccelso. Essa risulta estremamente versatile e quindi polifunzionale. Alla base poliuretanica aggiunge di solito dei componenti tensioattivi che le permettono di espandere il proprio volume all’uso, in modo da garantire che il prodotto riempia tutti i vuoti e le cavità laddove spruzzato.
Tuttavia, dapprima specifichiamo che ne esistono due tipi:
La prima viene spruzzata fuori dal flacone e in atmosfera esterna si espande e indurisce.
La seconda, invece, procede al processo descritto mescolando assieme due componenti separati. In buona parte dei casi, la schiuma che si trova in commercio e di cui ci si serve in edilizia è del tipo monocomponente.
Quali sono le sue caratteristiche principali?
Ecco quindi che l’isolamento termico è uno dei principali modi in cui viene usata la schiuma.
Infatti, con un flacone di schiuma dotato di beccuccio, possiamo per esempio fissare il controtelaio di una finestra in modo da garantire la sigillatura di eventuali fessure e il conseguente isolamento termico. E in generale si può procedere in questo modo nel caso di fessure presenti su finestre, porte e quant’altro.
In questo modo si risolve il problema sia della manutenzione sia della dispersione di calore.
Un altro modo di procedere è riempire le intercapedini delle pareti e delle contropareti. Spruzzando la schiuma al loro interno, questa si espanderà in modo omogeneo riempiendo ogni vuoto e ogni anfratto e assicurando il risultato.
Infine, sempre più frequentemente ci si serve di schiuma poliuretanica per il posizionamento e il fissaggio dei manti di copertura. Anche se può sembrare strano, infatti, essa viene disposta sull’estradosso del solaio come collante e quindi viene adagiato superiormente il coppo o la tegola.
Anche se per moltissimo tempo si è preferito svolgere questa procedura con malta, il vantaggio della schiuma si fa sentire per molti aspetti. Infatti essa non ha un funzionamento fragile come la malta per la muratura.
Una volta essiccata, possiamo anche cercare di distaccare il laterizio o urtarlo: non si verifica mai un fenomeno di distacco improvviso come può accadere per la malta.
Non ultimo, pensiamo al peso che risparmiamo in copertura.