Come risanare l’intonaco su un rivestimento esistente

01/12/15

Il noto architetto Renzo Piano sostiene che il futuro dell’edilizia passerà per il “rammendo delle periferie”, espressione poetica che definisce un nuovo modo di concepire il restauro architettonico. Uno dei primi interventi riguarda sicuramente l’intonaco esterno degli edifici.

L’edilizia degli anni del boom economico ha bisogno di interventi che ne riconfigurino l’aspetto e la funzionalità, per questo è importante risanare l’involucro edilizio con metodi efficaci e non invasivi. Il risanamento delle facciate è il primo step, reso più facile dalla possibilità di intervenire direttamente sul rivestimento esistente trattandolo e rinnovandolo con la scelta di un intonaco per esterni ad alta efficienza.

Restauro dell’involucro edilizio, l’eredità degli anni Ottanta e Novanta

Che si viva in un condominio o in una casa singola, uno dei problemi più annosi e più costosi nell’ambito dei restauro architettonico è il deterioramento dell’intonaco per esterni. Il problema di un corretto intervento di risanamento delle facciate si presenta, quindi, di particolare interesse per l’edilizia moderna ed è confermato dal peso sempre crescente acquisito dal settore del restauro e della manutenzione a scapito di quello relativo alle nuove costruzioni.

Spesso si tende a identificare il restauro architettonico degli edifici con il cambio di colore della tinteggiatura dell’intonaco per esterni, questo l’aspetto finale di un lavoro più complesso che parte dall’analisi del degrado del vecchio rivestimento. E’ chiaro quindi come il successo degli interventi di ripristino e di manutenzione dell’involucro edilizio dipenda non solo dall’accuratezza nella scelta dei colori della tinteggiatura e delle finiture ma è strettamente dipendente dall’efficacia delle operazioni di risanamento e di regolarizzazione delle superfici.

L’intonaco per esterni dei complessi edilizi può essere composto da una semplice tinteggiatura per esterni o da una pellicola a base di copolimeri vinilversatici, pigmenti resistenti e quarzo selezionato: si tratta, appunto, del cosiddetto rivestimento al quarzo. Questo tipi di intonaco per esterni è stato da sempre utilizzato per la traspirabilità, durabilità e resistenza agli agenti atmosferici. Il quarzo nell’intonaco esterno è stato molto utilizzato per le finiture di facciate negli stabili degli anni Ottanta e Novanta, questo dato diventa importante poiché spiega la necessità di una massiccia campagna di manutenzione degli immobili a distanza di circa venticinque anni. Inoltre, definire temporalmente la durata in buona conservazione dell’involucro edilizio ci permette di conoscere le sue caratteristiche meccaniche sulla lunga distanza e il suo comportamento durante l’intero ciclo di vita. Maggiore è il grado di conoscenza del materiale usato per l’intonaco per esterni, infatti, maggiore è la consapevolezza dell’intervento sul fenomeno di degrado.

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Cause del degrado

Le prime applicazioni dell’intonaco per esterni al quarzo, fatte probabilmente in maniera sbagliata o con materiali plastici di non alto livello, hanno fatto sì che tali superfici si deteriorassero rapidamente: rigonfiamenti e distacchi ne erano, e tutt’oggi ne sono, la manifestazione della mancanza di traspirabilità. Oggi, con le tecniche utilizzate nel restauro architettonico, se vengono rispettati i passaggi progettuali giusti, la resa dell’intonaco per esterni è di ottimo livello e di lunga durata. Come tutte le superfici, specialmente quelle poste a ricoprire superfici esterne, anche il quarzo plastico è sottoposto a deterioramento. Se applicato con le giuste tecniche, e se non presenta quindi rigonfiamenti o crepe, l’intonaco esterno , come già accennato, ha una lunga durata, circa 20-25 anni. Trascorso questo periodo di durata fisiologica, e se lo stabile non è stato soggetto a dissesti o azioni sismiche, l’intonaco per esterni al quarzo presenta segni di degrado dovuti essenzialmente all’azione degli agenti atmosferici, quali piogge, neve e alte temperature che inficiano la sua resistenza meccanica.

Come risanare l’intonaco su un rivestimento esistente

Nuovo rivestimento su vecchio plastico, si può.

Una volta constatata la necessità di un risanamento dell’involucro edilizio dei fabbricati si procede con l’operazione di risanamento dell intonaco esterno che, come vedremo, non è detto che implichi necessariamente la rimozione del vecchio supporto. Fino a qualche tempo fa per provvedere al restauro architettonico di una facciata rivestita al quarzo era necessario rimuovere interamente il vecchio rivestimento, mettendo in piedi un’operazione di deciso rilievo cantieristico con tempi di realizzazione e costi piuttosto consistenti.
Una nuova generazione di prodotti per il risanamento dell’intonaco esterno, come ad esempio weber.com RA 30, ci permette invece di intervenire in maniera meno invasiva attraverso un’accurata ispezione dello stato di fatti della superficie muraria e un successivo trattamento specifico dell’intonaco per esterni. Attualmente si preferiscono finiture più fini e sono stati rivalutati i prodotti minerali per i vantaggi che offrono nel campo del restauro architettonico. Oggi è possibile rinnovare l’aspetto di una facciata senza demolire il rivestimento esistente anche nei casi in cui questo sia inassorbente.

Quale prodotto scegliere per risanare la facciata?

Come è facile intuire, quando si decide per mantenere la vecchia facciata e procedere a un ulteriore apposizione di intonaco per esterni, è indispensabile affidarsi a un prodotto studiato per questo tipo di operazione. weber.cem RA30 è un rasante universale cementizio ad elevata adesione che permette di intervenire su supporti esistenti garantendo elevate capacità prestazionali agli involucri edilizi. La sua granulometria fine ne aumenta il grado di adesività alla superficie e lo rende adatto all’applicazione su superfici leggermente irregolari, intendendo con questo disgregazioni di materiale non superiori a mezzo centimetro, un valore importante quando si parla di lesioni a un intonaco per esterni. Questo prodotto è idoneo a ricevere finiture colorate, pitture o rivestimenti, a patto che sia trattato con primer specifico.
I supporti che garantiscono la perfetta aderenza dell’intonaco esterno e conseguente ottimale prestazione fisica e meccanica sono:

  • Intonaci a calce e cemento anche se verniciati
  • Calcestruzzo e intonaci cementizi inumiditi
  • Rivestimenti plastici consistenti e ben ancorati
  • Intonaci consistenti con residui di collanti cementizi
  • Supporti in gesso (intonaci, pannelli o cartongesso), purché si utilizzi weber.prim PF15 (applicare una prima mano di primer e dopo 24 ore la seconda mano. Entro un tempo massimo di 2/3 ore applicare il weber.cem RA30 START).

Ne è invece sconsigliato l’uso su questi tipi di superfici:

  • Irregolarità superiori a 5 mm
  • Superfici inconsistenti
  • Piastrelle, marmette e vecchi mosaici

I supporti per il nuovo intonaco per esterni devono essere stabili, stagionati, asciutti, privi di parti inconsistenti.  Lavare le superfici, rimuovere cere, sostanze grasse, trattamenti idrorepellenti; spazzolare e fare asciugare diventa un’operazione fondamentale assieme alla rimozione dei rivestimenti sintetici non perfettamente aderenti con weber.klin S. Per far sì che il lavoro di risanamento dell’intonaco esterno sia eseguito a regola d’arte è bene inumidire gli intonaci a calce-cemento o cementizi, per rimuovere polveri o eventuali residui e attendere la scomparsa del velo d’acqua superficiale.

Come risanare l’intonaco su un rivestimento esistente
Come risanare l’intonaco su un rivestimento esistente

Fase uno: diagnosi del degrado

Per procedere all’eliminazione dello strato di rivestimento deteriorato e alla successiva posa in opera del nuovo intonaco per esterni, è necessario operare una pulizia profonda della superficie, al fine di eliminare qualsiasi corpo estraneo presente, che sia esso un oggetto o semplici polveri e sporco, che impedirebbero il fissaggio del nuovo strato al supporto nella fase di resaturo architettonico. Considerando che le pitture e i rivestimenti sintetici sotto l’azione di una fiamma in genere diventano molli, la valutazione del degrado superficiale dell’involucro edilizio viene fatta tramite una pistola a caldo che agevola il distacco del quarzo e ne facilita l’asportazione con spatola e raschietto. E’ sufficiente verificare che il supporto sia privo di parti incoerenti o danneggiate. Occorre anche verificare, inoltre, che il rivestimento sia in ogni punto aderente al supporto. La pulizia totale del vecchio intonaco esterno viene poi portata a termine in svariati modi: tramite lavaggio nebulizzato, con vapore o acqua calda a pressione, con spazzolatura meccanica o a secco, con idrosabbiatura. Una volta asciugate le superifici, operazione indispensabile alla successiva presa del prodotto, si controlla che non vi siano imperfezioni o irregolarità, eventualmente da sanare tramite ripristino di intonaco e stuccature.

Fase due: applicazione del nuovo rivestimento

Dopo aver rimosso le parti di rivestimento sintetico inconsistenti o distaccate dal precedente intonaco esterno; operazione per cui ci si può avvalere dell’ausilio di WEBER.KLIN S., è necessario lavare accuratamente con acqua utilizzando anche, dove necessario, mezzi meccanici e attendere la scomparsa del velo d’acqua superficiale. Qualora ci si trovasse di fronte a supporti assorbenti come intonaci per esterno a calce-cemento o cementizi, come già accennato nelle specifiche tecniche, questi dovranno essere inumiditi prima dell’applicazione di WEBER.CEM RA30. Il prodotto si presenta come un composto da miscelare, esso deve essere impastato con agitatore meccanico a basso numero di giri aggiungendo solo acqua pulita, fino a raggiungere la consistenza ottimale e lasciarlo riposare per 15 minuti. La stesura del composto, grazie alla consistenza dell’impasto, è facile e si effettua mediante spatola in acciaio inox in una o due mani, interponendo una rete sottile tipo cappotto tra la 1° e 2° mano in caso di applicazione su supporti non omogenei o non perfettamente planari. Una volta stesa la giusta e necessaria quantità di WEBER.CEM RA30, la superficie va rifinita con frattazzino di spugna in modo da ottenere una superficie idonea all’applicazione di pitture. Per far sì che il lavoro finito abbia caratteristiche ottimali si consiglia di procedere alla tinteggiatura e alla eventuale decorazione con prodotti della stessa linea.

Come risanare l’intonaco su un rivestimento esistente

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