Il parquet è un tipo di pavimentazione dal fascino indiscusso. Nel tempo si è evoluto in termini di formato, tipi di trattamento e disegni di posa, passando dai tasselli posti a lisca di pesce trattati con vernici tendenti al giallo, giungendo fino alle odierne doghe di rovere spazzolato, finito con materiali talvolta semitrasparenti. In merito a quanto detto, la posa parquet risulta un passaggio fondamentale per questioni tecnologiche ed estetiche. Parliamone assieme.
Poiché questo argomento è molto caro a tanti di noi, lo abbiamo affrontato altre volte cogliendo sfumature di caso in caso diverse. In un altro articolo, per esempio, abbiamo spiegato come “Levigare parquet rovinato: modalità e costi”.
Innanzitutto spieghiamo cos’è il parquet. Certamente, quando ci figuriamo in testa la risposta pensiamo: “E’ un pavimento di legno”. La cosa è corretta ma con delle specifiche, in verità.
Infatti, il parquet che oggi troviamo in commercio è oggettivamente di legno e ne esistono di varie essenze. Vale a dire per esempio:
In linea di massima, possiamo dire che per le civili abitazioni il rovere la fa da padrone.
La soluzione più frequente è la doga multistrato. Ovvero, si compone di tre strati di legno. Quello inferiore è in legno massello con le fibre orientate parallelamente all’asse longitudinale della doga. Quello intermedio è di legno non nobile, per esempio un multistrato in betulla. Nuovamente, il livello estradossale, sul quale noi camminiamo, è in legno massello disposto con orientamento uguale a quello del livello intradossale.
Questo schema, che si è affinato nel tempo, è pensato per minimizzare le deformazioni del legno stabilizzandolo nel tempo.
Ma esistono anche altri tipi di parquet:
Ora, parliamo quindi della posa. Quali metodi possiamo impiegare? Sostanzialmente due:
Nel primo caso, le doghe vengono incollate direttamente sul supporto sottostante. Questo dovrà essere preventivamente reso idoneo a riceverle e, quindi, pulito e mondato di ogni residuo oleoso e dallo sporco in generale.
Nel secondo caso, invece, si posiziona sopra l’esistente un materassino di spessore variabile ma, mediamente, 2 o 3 millimetri. Su questo materassino, quindi, si procede con il parquet. Diciamo che di quando in quando, i posatori usano dare, come si dice gergalmente, un “punto” di colla. Ma solo per stabilizzare un po’ la tessitura e, forse, per abitudini dure a morire!
Sta di fatto che ogni metodo ha i suoi pregi e difetti. Infatti nel primo caso parliamo di una procedura a umido. Il parquet incollato non potrà essere recuperato. Nel secondo caso, invece, usiamo un posa a secco, la quale permette anche di isolare meglio acusticamente il nostro ambiente abitativo da quello sottostante, grazie al materassino che fa da “molla” attutendo i rumori. Questo metodo è sconsigliato per le case di aperta campagna. Infatti, si potrebbero insinuare al di sotto del legno eventuali insetti.
Cosa scegliere: doghe diritte parallele e perpendicolari alle pareti oppure doghe in diagonale?
In effetti la prima scelta è di tipo più classico. E a seconda di come orientiamo la tessitura favoriamo il senso prospettico in una direzione piuttosto che in un’altra.
Nel caso della posa diagonale conferiamo agli ambienti un andamento più ambiguo, in cui una direzione non prevarica l’altra. Inoltre è un disegno più contemporaneo, nel senso che tempo addietro era più difficile vedere pose di questo genere. Facciamo tuttavia attenzione a questa modalità d’impiego. Essa è spesso presente in locali e ristoranti e quindi dobbiamo saperla gestire con accortezza se non vogliamo correre il rischio di dare inavvertitamente un’atmosfera commerciale a casa nostra.
Infine: quanto costa posare il parquet? Non ci stancheremo mai di ripetere l’importanza delle condizioni in cui ci troviamo e che, in un modo o nell’altro, possono influenzare il prezzo. Tuttavia possiamo affermare che la posa ha un costo che si attesta su un range che va dagli 8 ai 18 euro a metro quadrato a seconda di formato e tessitura.