Uno dei must degli anni 80 erano le pareti in vetrocemento, elementi di partizione che permettevano alla luce di filtrare anche in zone difficili della casa e che arredavano l’ambiente non compromettendone la funzione strutturale. Negli anni questo elemento ha subito variazioni estetiche e prestazionali, vediamone insieme le caratteristiche e dove e come usarlo.
Il vetrocemento è un materiale edile che permette di costruire partizioni verticali e separare gli spazi senza mai far venir meno la possibilità di far filtrare la luce. Si compone di mattoni in vetrocemento costituiti da due lamine in vetro che creano un intercapedine, legate tra loro in una struttura in cemento. Inizialmente le pareti in vetrocemento caratterizzavano soprattutto gli ambienti industriali, ma ben presto hanno attirato l’attenzione di architetti e designer diventando uno degli elementi per interni più utilizzati e apprezzati. Il loro uso in ambito industriale spiega le ottime qualità isolanti e l’impermeabilità, caratteristiche che li rendono perfetti come partizioni in ambienti umidi come il bagno. Per la loro versatilità cromatica i mattoni in vetrocemento si adattano a svariate soluzioni, da ambienti sobri fino a scenari più animati.
Come accennato nel paragrafo precedente, le pareti in vetrocemento in bagno costituiscono una delle soluzioni più funzionali per separare l’area dei sanitari dal resto dell’ambiente, consentendo il passaggio della luce e anche uno scambio cromatico a seconda della colorazione scelta per i mattoni in vetrocemento che andranno a costituire la parete. Anche in ambienti della zona giorno le pareti in vetrocemento possono essere un valido alleato: la separazione tra la cucina e la zona living, specialmente se una delle due presenta una scarsa luminosità, può essere effettuata con pareti in vetrocemento. In questo caso va tenuto presente che su questa parete è meglio non appoggiare mobili poiché ne perderebbe sia il lato funzionale che quello estetico. Le pareti in vetrocemento, infatti, funzionano come delle quinte sceniche da cui permea la luce, esse stesse bastano ad arredare e, specialmente se usate su grandi superfici, sono un elemento di forte impatto per cui è bene prediligere una scelta monocroma.
Ma le pareti in vetrocemento possono anche configurarsi come inserti di mattoni in vetrocemento con un effetto punto luce che dona fascino e movimento alle strutture. È un uso decorativo di questo materiale che va pensato con criterio per evitare l’effetto pois ma, se fatto con le dovute misure, offre la possibilità di ambienti originali e dalle caratteristiche decisamente scenografiche. Le pareti in vetrocemento poi sono ottimi sistemi di partizione per esterni, spesso troviamo vani scala che presentano sezioni in vetrocemento così da non andare a incidere su forature ed infissi garantendo sempre il giusto apporto di luminosità agli ambienti.
Le pareti in vetrocemento hanno un sistema di montaggio piuttosto semplice. Il montaggio del vetrocemento passa per il corretto posizionamento dei tondini distanziatori, elementi che immersi nella malta cementizia permettono di conferire resistenza statica al lavoro. Le fasi di montaggio del vetrocemento si differenziano di poco a seconda che si costruiscano pareti libere su due lati (ad esempio il muro della doccia) o pareti chiuse su tre o quattro lati; nel primo caso va posizionata una striscia d polietilene (o scotch di carta) solo a terra, nelle altre ipotesi va posta su ogni lato chiuso. Vediamo ora quali sono i principali punti per un corretto montaggio del vetrocemento: