Tinteggiare le pareti di casa, interne o esterne che siano, ci permette di ottenere il rinnovamento dei nostri ambienti abitativi o dell’aspetto esteriore dell’edificio in cui viviamo. Questo vale sia nel caso che riproponiamo gli stessi colori, sia nel caso che scegliamo qualcosa di nuovo. Tuttavia, per aver un risultato di qualità, è opportuno essere certi che prima di tutto il supporto sia solido e stabile. A tale scopo, può fare al caso nostro l’impiego di un buon fissativo. Vediamo assieme il suo funzionamento.
Innanzitutto facciamo chiarezza su cosa sia il fissativo per pittura e per cosa debba essere impiegato.
Quando tinteggiate, un problema comune è quello di dover gestire il comportamento del supporto sul quale lavorate una volta applicata la tinta. Molto spesso, infatti, esso non è sufficientemente forte e resistente per ricevere l’applicazione della finitura e, quando arriva il momento della stesura del colore, si verificano dei fenomeni di rigonfiamento degli strati vecchi di tinta o delle reali esfoliazioni, quindi sostanzialmente la tinta già presente tende a distaccarsi e seguire la passata della pennellessa o del rullo.
Come poter rimediare a queste criticità? Purtroppo, in alcuni casi particolarmente gravi, è necessario procedere alle rimozione degli strati superficiali o addirittura alla demolizione degli intonaci e al loro ripristino. In altri casi, invece, si può ottenere un ottimo risultato con una applicazione del fissativo a regola d’arte.
Il fissativo è un prodotto che viene passato sui supporti murari prima che questi vengano dipinti.
Ovvero il ciclo corretto prevede le seguenti fasi:
Il fissativo, una volta penetrato nei pori degli strati superficiali delle vecchie tinte e delle finiture esistenti, garantirà una loro maggiore stabilità e un più omogeneo assorbimento nei confronti della nuova applicazione.
In questo modo, il risultato che otterremo sarà qualitativamente migliore e più resistente nel tempo.
Tuttavia, bisogna fare una specifica al riguardo. Infatti, è corretto dire che si applica il prodotto nella maggior parte dei casi ai contesti da consolidare, ma è buona prassi procedere con la sua applicazione anche nel caso di nuovi intonaci. Infatti, come detto, il risultato del fissativo non è solo quello di rendere più stabile il supporto, ma anche di omogeneizzare l’assorbimento del colore e quindi garantire un risultato finale migliore.
Molto spesso si sente chiedere se il fissativo sia trasparente o colorato. Di default, il fissativo è trasparente. Il prodotto esce nel mercato privo di colore e quando lo stendete, una volta asciutto, è pressoché impercepibile se sia stato o meno impiegato.
Tuttavia, specifichiamo, taluni fissativi sono pigmentabili e quindi nel mercato ritroviamo prodotti già colorati, anche se la prassi prevede l’uso di quelli incolore nella maggior parte dei casi.
Un altro nodo di tipo tecnico e tecnologico è la costituzione del fissativo.
Esso, per sua natura, è portato come detto a consolidare gli strati sui quali viene distribuito.
Questo accade perché, all’interno della sua miscela, sono presenti delle resine in sospensione grazie alle quali si ottiene il risultato atteso.
Quali tipi di resine sono presenti al suo interno? Ce ne sono principalmente di due tipi:
In molte occasioni si fa uso delle resine acriliche che risultano più appropriate anche nell’ambiente esterno.
Infine, una considerazione in merito al costo di questo prodotto.
Ovviamente è opportuno separare la fornitura del fissativo dalla sua applicazione. Quando chiamate un’impresa di imbianchini per un lavoro di ritinteggiatura, questa vi farà un prezzo a metro quadrato comprensivo di fornitura e posa in opera. Pertanto è sensato specificare il prezzo del prodotto in sé. Diciamo che, con le dovute valutazioni e contestualizzazioni del caso, il prezzo di un buon fissativo si aggira sui 25-50 euro a secchio, considerato che un secchio contiene 14 litri di prodotto.